martedì 31 luglio 2012

Notizie sui primi archivi Napoletani


da http://www.maas.ccr.it/PDF/Napoli.pdf
Notizie sull’esistenza di un archivio regio si hanno dall’epoca sveva: nel titolo,V, libro II, delle Costituzioni melfitane si fa riferimento all’Archivum ed ai monunmenta publica Curiae. Si sa inoltre, per lo stesso periodo, che nel castello del Salvatore in Napoli (Castel dell’Ovo), così come nel rea1 palazzo in Palermo, si custodivano i quaterni feudorum et actorum Curiae, collectae generalis et clericorum; mentre da un diploma del 3 febbraio 1272, di Carlo I d’Angiò, risulta che fu disposto il trasferimento in Napoli delle scritture conservate nei castelli di Canosa e di Lucera. Della Cancelleria sveva però non giunse ai nostri tempi altro che un frammento di registro, in copia, degli anni 1239-1240, andato purtroppo distrutto nell’ultima guerra. Durante il periodo angioino le scritture erano conservate in diversi luoghi: in Trani, Bari, Melfi; nella torre di S. Erasmo presso Capua; in Castelcapuano e in Castel dell’Ovo in Napoli. Nei registri angioini ricorreva frequentemente notizia di spostamenti, al seguito del sovrano, di registri di cancelleria.
Alla fine del sec. XIII l’Archivio in Napoli può dirsi costituito con sede nel palazzo Fieschi, già di Pier delle Vigne, alla Sellaria; nell’agosto 1294 passò nel palazzo della curia regia (iuxta astracum quod dicitur de mari prope petram piscium Neapolis), per ritornare, nel novembre dello stesso anno, nel palazzo Fieschi. Durante il regno di Roberto si ebbero due trasferimenti: uno nel 1325 nelle case Vulcano a Porta Petruccia (oggi via Medina), l’altro nel palazzo di Somma, di fronte alla chiesa di S. Agostino; nello stesso edificio fu sistemata la zecca regia, così che da quel momento l’Archivio fu comunemente denominato, dalla sede, Archivio della regia zecca.

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