lunedì 8 ottobre 2012

ancora su Arduino: le origini

Castello di Avigliana (To): le origini da Wikipedia: Il Castello di Avigliana è uno dei più antichi castelli del Piemonte (X secolo). Attualmente diroccato, si trova ad Avigliana all'imbocco della Val di Susa, a 25 km dal capoluogo Torino. da Treccani.it da google

venerdì 5 ottobre 2012

Le leggi napoletane secondo un diplomatico russo ai primi dell'Ottocento

da MÉMOIRES HISTORIQUES (par m. le comte GRICOIRE ORLOFF), pp. 153,l54 Le recueil des lois napolitaines était, comme nous l'avons déjà vu , une espèce de chaos qu'avaient contribué à former le droit romain , le droit canonique , le droit féodal , les consti- tutions des princes normands et suabes, les capitulaires des Angevins , les pragmatiques des Arragonais et des vice-rois , les statuts particu- liers à la ville de Naples et autres lieux du royaume, lés usages de la grand'cour de la vicarià et de la chambre de la sommària, les instructions de la douane de Foggia , et enfin les arrêtés et les fameux privilèges ou grâces , abcordés à la ville de Naples et au royaume; toutes, ces productions des siècles passés , en grande partie l'ouvrage des barbares , appliquées à des circonstances passagères ou à des cas par- ticuliers , offraient , comme on doit le croire , de choquantes contradictions , ne pouvaient être soumises à un plan régulier , à un système bien ordonné de classiâcation.

giovedì 9 agosto 2012

Italia pontificia

http://books.google.it/books?ei=nCUkUMzcJeOI4gT9iYGIAg&hl=it&id=7L25Av3EyOQC&dq=%22Memoria+per+lo+vescovo+di+Melfi%22&q=melfi#search_anchor

1025, i Saraceni distruggono Cisterna

Architettura bizantina nell'Italia meridionale

Campania, Calabria, Lucania, Volume 2
Copertina anteriore
Edizioni Scientifiche Italiane, 1967 - 1099 pagine






Notizia ripetuta in: 

dati più sicuri
provengono da una bolla di Papa
Giovanni XX datata 14 luglio 1028,
e da un'altra bolla di Urbano II del
1089, dove pare che la diocesi di
Rapolla fosse subentrata a quella di
Cisterna, che nel secondo
documento non viene più
menzionata.




Ed ecco una pubblicazione su tutti gli scavi d'età romana (a pag.145 c'è il disegno di un bel mosaico).

Alto medioevo melfese (Leonessa - VI/VII sec.)


da
Barbara Visentin
La Basilicata nell’alto Medioevo. Il caso di Santa Maria di Anglona
[A stampa in Basilicata medievale. La cultura, Napoli, Nuovo Medioevo, 2009, pp. 191-212
© dell’autrice - Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”, www.biblioteca.retimedievali.it].



A testimoniare la floridezza economica, la stabilità politica e le relazioni culturali che caratterizzano le terre del sud longobardo tra la fine del VII e il IX secolo intervengono anche le fonti materiali che, per alcuni centri di area lucana come Melfi...

(continua in nota)

Si tratta di una villa rustica relativa alla prima età imperiale, rintracciata in località Leonessa, contrada Tesoro di Melfi. L’insediamento mostra tracce di continuità di vita relative alla costruzione di un edificio, probabilmente con funzioni religiose, tra il VI e il VII secolo. All’interno della struttura sacra è stata identificata una sepoltura con corredo femminile, databile tra il VII e l’VIII secolo. Per ulteriori notizie circa gli oggetti da cui era composto il corredo funerario si veda M. SALVATORE, Antichità altomedievali in
Basilicata in La cultura in Italia fra tardoantico e altomedioevo. Atti del Convegno del CNR (Roma 12-16 novembre 1979), vol. II, Roma 1981, pp. 958-959.

venerdì 3 agosto 2012

1284 Sinodo di Melfi sulla convivenza tra rito greco e rito latino


HERDE Peter, Die Legation des Kardinalbischofs Gerhard von Sabina während des Krieges der Sizilischen Vesper und die Synode von Melfi (28. März 1284 ), in: “Rivista di Storia della Chiesa in Italia” 21 (1967) 1- 53

http://www.storiaonline.org/mi/enzensberger.greci.pdf

giovedì 2 agosto 2012

Cavalieri di Malta a Melfi, le rendite.

http://www.associazionefinisterre.it/cittamelitensi/biblioteca/gattini/gattini_commenda_melfi.pdf


La chiesa di Melfi, intitolata ai Santi Giovanni e Stefano,
si trovava “avanti del bagno, ò sia fontana di essa
città, pochi passi distante col quadro pittato di S. Giovanni,
e Stefano e nella fabrica avanti la fonte vi è altra
pittura in fabrica di S. Giovanni” (ASNa, Ordine di Malta. Cabrei, vol. 48, f. 57 [1743].)
da http://www.fedoa.unina.it/1059/1/malta_online_definitivo.pdf

Melfi, antico nome di Molfetta

http://blorghes.blogspot.it/2012/08/origine-del-nome-molfetta-cura-di.html

MELFI FRA NATURA, SAPIENZA E CREATIVITÀ. UOMINI, TERRA E PIETRE. L’IDENTITÀ DI UNA COMUNITÀ IN CAMMINO

Contributo consultabile online.
http://www.sipbc.it/images/pdf/atti-x-xii/navazio.pdf

L'antico nel campanile normanno di Melfi

Un articolo consultabile online.
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1987_num_99_1_2904

mercoledì 1 agosto 2012

La dissipazione dell'archivio vescovile melfitano - (Le pergamene di Melfi: antefatto)


Araneo, pag. 7:
"Vivo nella certezza di meritare compatimento dal perché Melfi non ha archivi a svolgersi, non ha carte antiche ad osservarsi; tutto fu preda di militare sacco e fuoco... "

Continua in nota:
"La tradizione ha tramandato questa triste notizia fino a noi. Abbiamo però di tale fatto un documento certo ricavato dalla serie dei vescovi di questa diocesi, e trascritta appiede del Sinodo diocesano del vescovo Scaglia, stampato a Venezia nel 1634.
In principio di detta serie si legge: "Hic et nonnullis in locis istius tabulae multorum episcoporum nomina intercedunt monumentorum defectu, ex eo quia de anno 1528, quo tempore civitas Melphiae fuit ab Odet Comite Foix Lotrecco nuncupato devastata, episcopale archivium, (!) in quo omnes praelatorum documanta extabant, fuit flamma consumptum."
E nel Sinodo diocesano celebrato da Mondilla Orsino nel 1725, stampato a Benevento nel 1726, al titolo VI, cap. I, si fa del nostro archivio vescovile una descrizione assai deplorabile."

Ma Araneo sapeva del furto di alcune pergamene superstiti:
"...e se delle carte antiche ed interessanti furono risparmiate, queste vennero nella fine dello scorso secolo involate dall'archivio vescovile per la rapacità di un vicario capitolare non melfitano (UJD Celestino Tramontano NdR) nel suo lungo e pessimo governo che fece in questa diocesi, dopo la morte del vescovo De Vicariis."


A pagina. 221, nota 1, dà notizia di un altro gruppo di documenti perduti:
"Nella prefazione dicemmo che le poche carte del nostro Archivio Vescovile rimaste dopo il saccheggio di Lautrec, furono nello scorso secolo involate, e trasportate altrove. Fra esse esistevano tutte quelle che si citano nel presente documento. Il Vescovo Fra Vincenzo Ferrara avuto sentore che molte carte di Melfi si conservavano in Benevento, ne fece richiesta a quella famiglia presso la quale esistevano, e ne acquistò tre grandi casse pel prezzo di ducati trenta, facendole traspotare (!) in Napoli, dove egli dimorava. Dopo la di costui morte l'erede fece replicare premure presso il Vescovo successore Bovio, onde avesse mandato persona a rilevarle, sborsando però i ducati trenta. Bovio per altro non volle mai saperne di queste cose. Cio ebbe luogo nell'anno 1838. Chi sa quale fato subirono sì preziosi documenti." La prima dissipazione risale al 1528: Inoltre l'attitudine al "rogo degli archivi" da parte delle masse degli oppressi dovette essere causa di ulteriori perdite. Ne abbiamo testimonianza nel Memoriale di Crocco e nelle precedenti relazioni dei governatori dello stato di Melfi, citate in questo studio di Agnese Sinisi:

martedì 31 luglio 2012

Monachesimo greco


da http://www.carboneonline.it/storia/recensione/recensione.pdf
Sì grande era la fama del monastero che nel 1167 Guglielmo il Buono affidò all’abate di Carbone, Bartolomeo (ab. Dal 1167 al 1174) l’incarico di riformare tutti i monasteri greci delle Puglie e sembra anche quelli di Calabria.
Bartolomeo aveva la carica di archimandrita di tutti i monasteri greci delle Puglie compresi entro il territorio delimitato da una linea che partiva da Salerno, scendeva per Eboli, Conza e Melfi sino al fiume Bradano...

Notizie sui primi archivi Napoletani


da http://www.maas.ccr.it/PDF/Napoli.pdf
Notizie sull’esistenza di un archivio regio si hanno dall’epoca sveva: nel titolo,V, libro II, delle Costituzioni melfitane si fa riferimento all’Archivum ed ai monunmenta publica Curiae. Si sa inoltre, per lo stesso periodo, che nel castello del Salvatore in Napoli (Castel dell’Ovo), così come nel rea1 palazzo in Palermo, si custodivano i quaterni feudorum et actorum Curiae, collectae generalis et clericorum; mentre da un diploma del 3 febbraio 1272, di Carlo I d’Angiò, risulta che fu disposto il trasferimento in Napoli delle scritture conservate nei castelli di Canosa e di Lucera. Della Cancelleria sveva però non giunse ai nostri tempi altro che un frammento di registro, in copia, degli anni 1239-1240, andato purtroppo distrutto nell’ultima guerra. Durante il periodo angioino le scritture erano conservate in diversi luoghi: in Trani, Bari, Melfi; nella torre di S. Erasmo presso Capua; in Castelcapuano e in Castel dell’Ovo in Napoli. Nei registri angioini ricorreva frequentemente notizia di spostamenti, al seguito del sovrano, di registri di cancelleria.
Alla fine del sec. XIII l’Archivio in Napoli può dirsi costituito con sede nel palazzo Fieschi, già di Pier delle Vigne, alla Sellaria; nell’agosto 1294 passò nel palazzo della curia regia (iuxta astracum quod dicitur de mari prope petram piscium Neapolis), per ritornare, nel novembre dello stesso anno, nel palazzo Fieschi. Durante il regno di Roberto si ebbero due trasferimenti: uno nel 1325 nelle case Vulcano a Porta Petruccia (oggi via Medina), l’altro nel palazzo di Somma, di fronte alla chiesa di S. Agostino; nello stesso edificio fu sistemata la zecca regia, così che da quel momento l’Archivio fu comunemente denominato, dalla sede, Archivio della regia zecca.

lunedì 30 luglio 2012

Sulla falsità del diploma del 1037

http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=3&ved=0CD8QFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.sapuglia.it%2FRepository%2F21_Diocesano_Barletta%2FADB_0007.pdf&ei=wugWULS5MIWE4gSfi4HACA&usg=AFQjCNFkv75JIVf_b84n-9J0exCgH8ZiiQ

Un diploma di Boemondo e altri su o da Melfi

Da archividelmediterraneo.org (inserire Melfi come chiave di ricerca nella casella Regesto)

Ebrei a Melfi nel 1464

Regesto di un documento conservato a BariAbram Salon ebreo, figlio di Vitalis de Melfia ebreo, si impegna a restituire a Saltielis, figlio di Ruben Bonafossa ebreo, ebreo di Bitonto, la somma di 20 tarì, concessagli a titolo di mutuo, entro il mese di maggio. (ma molto probabilmente Melfia indica Molfetta)

L'eredità di Federico II

Guida turistico-culturale sulla Basilicata

Melfi e la Zecca di Brindisi

EUGENIO TRAVAGLINI, Sulla presunta zecca di. Brindisi in età normanna e sui fatti occorsi nella città dal 1042 al 1194.

Normanni contro Normanni

su italiamedievale.org

L'imperatore Lotario conquista Melfi

fine colonna 677

MELFI NELLA STORIA TRA L’XI E IL XIII SECOLO

Un documento Word con doppia intestazione: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - Comune di Melfi
link per il download

Le Pergamene di Melfi nell'Archivio Segreto Vaticano (Le Pergamene di Melfi: esercitazione)


Antonino Lancieri, LE PERGAMENE DI MELFI
in Archivio storico per la calabria e la Lucania, ANNO XIX (1950) FASC. IV.
 
Tutti coloro che si sono occupati della storia di Melfi hanno dovuto notare ed anche deplorare che, nell'archivio del grandioso palazzo episcopale, non si sono trovati documenti o carte antiche. Eppure ve ne dovettero essere ed in abbondanza, sol che si pensi che Melfi, nell'anno 1037, era già sede vescovile, eretta da Nicola arcivescovo di Canosa e di Bari, e, dopo la venuta dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi, numerosi dovettero essere i documenti relativi ai tanti affari ed ai tanti rapporti che si svolsero tra la Chiesa ed il potere laico. Si sa, per altro, che queste carte antiche scomparvero totalmente ad opera del Vicario capitolare Celestino Tramontano nella lunga vacanza della sede vescovile, dopo la morte del Vescovo De Vicariis avvenuta nel 1780. Soltanto alcune pergamene erano state raccolte in due volumi dal Vescovo di Melfi Mondella Orsini, nipote di papa Benedetto XIII, nel 1727, ma anch'esse presero il volo. Fortunatamente, nel 1935, questi due volumi furono, da un cittadino pugliese, offerti all'Archivio Vaticano, ed il Papa Pio XI li fece subito acquistare. I volumi contengono 51 pergamene, le quali, meno 4 che si riferiscono alla diocesi di Rapolla, riflettono Vescovi ed il Vescovado di Melfi; ciascuna misura cm. 60, 70, 80 di altezza. Sono state accuratamente staccate e stirate (erano piegate a 2, 3, 4 doppi !) ad opera di Mons. Angelo Mercati, Prefetto dell'archivio segreto del Vaticano ed Accademico Pontificio, il quale le ha illustrate e chiosate con grande competenza e maestria in apposito opuscolo, in cui ne riporta nove nella loro interezza, mentre delle altre fa un chiaro riassunto in un capitolo a parte, dal titolo: « Regesto delle pergamene di Melfi ». Questo opuscolo apporta non poca luce su alcuni fatti rimasti incerti e confusi.
 
(Recensione a Regesto delle pergamene di Melfi, a cura di Mons. ANGELO MERCATI, in MISCELLANEA CARD. GIOVANNI MERCATI, Biblioteca Apostol. Vaticana, 1946, vol. V. )

REGII NEAPOLITANI ARCHIVI MONUMENTA

Documenti su Melfi soprattuto nel Volume V
Ripubblicato dall'Istituto studi atellani

Pergamene di Melfi: il ritrovamento

Collegamento alla pagina di google books contenente i riferimenti in cui Angelo Mercati ne annunciò il ritrovamento. Collegamento all'Archivio storico per la Calabria e la Lucania su cui Antonino Lancieri annunciò entusiasticamente la notizia ai conterranei.

Notizia su Salsola

H. Houben in Studi in onore di Giosuè Musca, pag. 230.
Nel maggio 1236 il frate Basilio, "magister et preceptor omnium domorum Sancti Spiritus de Salzula" (Salsola nei pressi di Melfi), decise di aggregare la sua comunità di oblati, costituita da tre uomini e una donna, all'Ordine Teutonico. (Pergamene di Barletta, p. 206 sg., n. 131. Per l'ubicazione di Salsola (a nord dell'Ofanto) vedi T. Pedìo, Centri scomparsi in Basilicata, Venosa 1985 (Riccardiana, IO), p. 75.

Documenti dell'Abbazia di Cava

Vi compaiono documenti riguardanti "Melfi" (ma potrebbe essere Molfetta), risalenti al X secolo.
risultati della ricerca su ALIM
 

mercoledì 27 giugno 2012

Farnolfo, Vescovo di Cisterna

Ed. Migne Coll. 435-6 Praeterea vix adhuc quindecim emensi sunt dies, ex quo vidi Farnulphum venerabilem virum sponte sua aecclesiastici regiminis administratione nudatum. In Cisterna siquidem Appula civitate cathedram obtinuerat, quam reliquit, ac duobus ferreis circulis non parvi ponderis pectus ventremque constrinxit, quibus affligi fere iam a septennio non cessavit; vino vel nunquam, vel raro utitur, crebris quoque ieiuniis maceratur. Hic tantus vir ad abrenuntiationem episcopatus non me minus exhortatus est verbo, quam provocabat exemplo. Cronologia: Niccolò II fu papa dal 1058 al 1061 e Farnolfo aveva rinunciato alla cattedra sette anni prima che Pier Damiani scrivesse questa lettera (Opusculum decimum nonum: De abdicatione episcopatus. Ad Nicolaum II Rom. Pont.).

Riassunto della storia di Melfi e Cisterna

http://www.culturaservizi.it/vrd/files/010_Melfi%20nella%20storia%20e%20nell'economia%20(II).pdf Più un articolo che afferma (testo e nota 31) che la Docesi di Cisterna confluì in quella di Melfi dopo il 1172. http://www.old.consiglio.basilicata.it/basilicata_regione_notizie/brn92_0299/06%20A.%20Pellettieri%20DIOCESI.pdf

Cisterna e Rapolla

Molte cose vengono dette in quest'articolo accolto nell'opera dell'Abate D'Avino

martedì 26 giugno 2012

Strumenti di lavoro: l'Atlante di Antonio Michele

“Alla fine della primavera e dell’autunno i tratturi, simili per tutto il resto dell’anno al letto secco di un torrente, si riempivano di ondate viventi che rotolavano verso il mare o defluivano in direzione delle montagne. Tra Venosa e Melfi fummo costretti a farci da parte per lasciar passare, con un rumore di marea e un grande sbattere di campanacci, forse un migliaio di buoi bianchi scortati da cavalieri dalla barbarica sagoma”. (Émile Bertaux)

Sul regio tratturo

25 giugno San Guglielmo da Vercelli

dagli ACTA SS DE S. GUILIELMO ABBATE FUNDATORE EREMITARUM MONTIS VIRGINIS SUB REGULA S. P. BENEDICTI, GULETI APUD NUSCUM IN APULIA. ANNO MCXLII.

lunedì 25 giugno 2012

Arduino da Milano o da Torino?

Poteva discendere dagli Arduinici di Susa.

In questo regesto di cose venosine compare la dicitura "Arduinus gratia Dei Marchio pro donum Domini
Henrici Imperatoris".

Secondo lo storico bizantino Cedreno, le truppe alleate dei Normanni nei primi tempi della conquista in Apulia provenivano dalla regione tra il Po e le Alpi. Secondo il Curopalata Arduino è lo zio del Guiscardo


Infine, due formati dello stesso libro in cui Arduino è trattato ampiamente:
http://www.archive.org/stream/lainsurrezionep00blasgoog/lainsurrezionep00blasgoog_djvu.txt

http://archive.org/stream/lainsurrezionep00blasgoog#page/n340/mode/2up

Sibilla, eretica di Melfi

http://books.google.it/books?id=iLEMAAAAIAAJ&dq=johannes%20melfien&hl=it&pg=PA200#v=onepage&q=melfi&f=false

domenica 24 giugno 2012

Famulus sancti Ambrosii episcopi mediolanensis

Arduino di Melfi si autodefinisce Marchio (indica l'appartenenza alla dinastia arduinica) in un documento di cui parla Huben in Melfi, Venosa, pag. 315

Toponimi italiani Sant'Ambrogio di Torino, comune italiano in provincia di Torino Sant'Ambrogio di Valpolicella, comune italiano in provincia di Verona Sant'Ambrogio sul Garigliano, comune italiano in provincia di Frosinone Sant'Ambrogio, località italiana frazione di Cefalù Sant'Ambrogio, frazione del comune di Trebaseleghe Sant'Ambrogio, frazione del comune di Zoagli Sant'Ambrogio di Fiera, sobborgo del comune di Treviso Sant'Ambrogio, contrada storica di Legnano Anche Corbetta, comune della provincia di Milano a circa 20 km dal capoluogo, era detto Castrum Sancti Ambrosii.

martedì 19 giugno 2012

Dell'onta subita da Arduino

Muratori, Volume V

1027, Melfi è longobarda e bizantina


(H. Houben, pag. 118, nota 1) Né credo che si debba altrimenti spiegare un diploma del 1027 col quale un certo Giovanni, figlio di Serio, della città di Melfi, donò a sua moglie, anche Melfitana, a titolo di Morgengab la quarta parte di tutt'i suoi beni mobili od immobili secundum ritus gentis nostrae Langovardorum, rendendola proprietaria piena, secundum quomodo in edicti continet pagina. L' istrumento fu redatto nella città di Melfi, ma con la intestazione dell' Imperatore Costantino (Codex dipl. Cavensis, Tom. V. p. 134).

Aldoynus/Arduinus - ante 1068

Da Dei primi feudi nell'Italia meridionale; ovvero nuovo contributo alla critica storica dei primi feudi (1886) di Antonio Rinaldi.
(pag. 38) In un carlarium del Monastero di S. Biagio di Aversa leggonsi le seguenti parole sotto l'anno 1068: Aldoynus ex genere Franciae habet causa fegus beneficii a parte Principis Capue, sicut mos Francorum est in his regionibus (Capasso, Archivio storico per le provincie Napoletane, anno 1884, pag. 554).
La storiografia umanista include la possibilità che egli sia francese:

domenica 17 giugno 2012

Il Castello di Avella (Av)

http://www.bibar.unisi.it/sites/www.bibar.unisi.it/files/testi/testisami/sami3/2_24_cin.pdf
Risalente all'XI secolo secondo gli archeologi, fu forse questa la residenza, in un punto che emblematicamente controlla il passaggio dalla Campania alla Puglia, che Arduino scelse per godere tranquillamente delle ricchezze accumulate durante la Presa delle Puglie (metà di tutto il bottino normanno, secondo Leone Ostiense)?

il castello eè collegato al culto di San Michele, secondo qiesto sitp:
http://www.avellinoturismo.it/arte-e-cultura/castelli/item/37-il-castello-di-avella.html

mercoledì 13 giugno 2012

Dal Chronicon Amalphitanum


Anno 999: Melph Catipanus conduce per la prima volta i Normanni in Apulia

Arduino di Melfi

Michele Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia, Nallino, Catania, 1933 (note del vol.2) 

951 Amato lo dice: "Arduyn servicial de Saint-Ambroise archevesque de Milan;" Leone d'Ostia "Arduinus quidam Lambardus (cioè della Lombardia d'oggidì) de famulis scilicet Sancti Ambrosii;" Malaterra "Arduinum quendam Italum;" Lupo Protospatario "Arduinus Lombardus;" Cedreno "Arduino.... signore independente di un certo paese (Αρδουι̃νον... χωρας τινός α̉́ρχοντα, καὶ υπὸ μηδενὸς α̉γόμενον)." In questo medesimo passo, tomo II, p. 345, Cedreno dice positivamente che la compagnia normanna era capitanata da Ardoino, talchè si riscontra con Guglielmo di Puglia, lib. I, Inter collectos erat Hardoinus etc. e col Chronicon Breve Northman., presso Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, tomo V, p. 278, che dice assalita la Puglia il 1041 dai Normanni, duce Hardoino: Tutte le circostanze dei presente fatto e dell'ordinamento a Melfi, provan lo stesso. Amato, Malaterra e gli altri scrittori di parte normanna aman meglio a far capitano della compagnia Guglielmo Braccio di ferro, che nel 1038 conducea probabilmente uno squadrone e che arrivò al sommo grado nel 1043. 

 952 Amato, lib. II, cap. XVI e Leone d'Ostia, lib. II, cap. 66, quasi con le stesse parole di lui, scrivono che Ardoino, preposto dai Bizantini al governo di varie città di Puglia dopo la ingiuria ricevuta in Sicilia della quale si volea vendicare, accarezzasse e suscitasse occultamente i popoli alla rivoluzione. Il fatto si dee tener vero, ma si dee porre innanzi l'impresa di Sicilia; perchè è impossibile, con tutta la corruzione del governo bizantino, che fosse stato affidato quell'officio ad Ardoino dopo la diserzione; e d'altronde non lascia luogo a tal fatto il breve tempo che corse tra la fuga della compagnia dall'esercito di Sicilia e la occupazione di Melfi. Amato, che ignorava le date e i particolari, cadde facilmente in quest'anacronismo. Ardoino sembra della nobiltà minore che si sollevò il 1035 contro l'arcivescovo di Milano e fu vinta. È verosimile parimenti ch'egli ed altri rifuggiti e stranieri avessero fatto una compagnia di ventura, e che innanzi il 1038, trovandosi ai soldi dei Bizantini, gli fosse stato affidato il comando militare di qualche città di Puglia. 

 953 Si confrontino: Malaterra, lib. I, cap. VIII; Amato. lib. II, cap. XIV a XVIII; Guglielmo di Puglia, lib. I, Cumque triumphato etc, Cronica di Roberto Guiscardo presso Caruso, Bibliotheca Sicula, p. 832, e nella versione francese, lib. I, cap. V; Leone d'Ostia, lib. II, cap. LXVII; Cedreno, tomo II, p. 545. Queste autorità differiscono molto nei particolari del torto fatto alla compagnia, ed altri ne dà la colpa a Maniace, altri a Michele Doceano, succedutogli nel comando in Italia. Ho seguito a preferenza il Malaterra, la cui narrazione è più verosimile e s'incatena meglio con gli altri fatti.

Come Guglielmo ottiene l'agnome Ferrebach e Arduino concepisce l'occupazione normanna di Puglia

Alamanno da Melfi, monaco cassinese

Al capitolo 51 dell’Ortus et vita iustorum cenobii Casinensis Pietro diacono racconta la vicenda di "Almannus" che "in Casino Monachus fuit  eius profecto quantum Deo placuerit vita, exitus illius patefecit. Hic igitur e Melphia, de qua ortus fuerat, ad hoc coenobium veniens districtissime satis, et continentissime vixit, omnibus enim noctibus iuxta ecclesiam S. Andrea apostoli nudus permanens, duris scoparum ictibus psalmos canens, semetipsum affligere non desinebat. Gerardi autem abbatis tempore [ottobre 1111 - 17 gennaio 1123], cum idem vir notturno tempore esset defunctus, Nicolaus Сellararius foris monasterium manens, elevatis oculis, vidit tettum cenobii de super aperiri, et ex eo maximum globum ignis egredi, atque in coeli alta deferri. Statim vero ad monasterium nuntium mittens, invenit еa hora fuisse Almanni obitum, qua globum ignis de monasterio egredi coelique alta petere vidit. Hanc autem visionem sicut Cellararius a foris ita et Carbo in Monasterio positus vidit. Hic vero quamdiu vixit, tribus diebus in ebdomada panem et aquam comedit, et numquam nisi certa solvit festivitate ieiunium.
(da Historia abbatiae Cassinensis, Sebastiano Coleti (a c. di), 1733, pag. 381)

sabato 9 giugno 2012

Le sole pietre

Prìncipi non melfitani, amministratori ingordi e rapaci non ebbero un palpito solo che avesse loro ricordata l'antica gloria del castello. Non un quadro, non una statua, non una delle tante armi, non uno dei tanti monumenti che lo adornavano; tutto fu trasportato a Genova, a Roma o nelle case degli amministratori, compresi tutti gli archivi, ed a Melfi non rimasero che le sole pietre. (Basilide Del Zio)

lunedì 4 giugno 2012

Strumenti di Lavoro


ORBIS LATINUS

Geoportale Valloni e tratturi

 Cappelli

Du Cange

Vocabolario

Araneo

Mercati

SCHEDA DI RICOGNIZIONE ARCHIVISTICA

COLLOCAZIONE Istituto: ARCHIVIO SEGRETO VATICANO Fondo: DOCUMENTA MISCELLANEA Inventario: 4291 SERIE: II NUMERO: 9 SUPPORTO: pergamena CONSISTENZA (CARTE/FOGLI): 1 DIMENSIONI: 56,3x34,7cm SOGGETTO PRODUTTORE: Richerio, vescovo di Melfi DESTINATARIO: Monache benedettine di S. Venere REGESTO/CONTENUTO: Il vescovo di Melfi, Richerio, stretto collaboratore di Federico II, su richiesta della badessa Maria, trasferisce il monastero femminile benedettino di Santa Venere in un luogo più adatto alla vita religiosa, presso San Giovanni d'Iliceto. Della nuova collocazione vengono delineati con precisione i confini. Voci d'indice ANTROPONIMI: Richerio, Maria, Nicolao et Bonoinfante iudicibus, sottoscrizioni TOPONIMI:Cisterna, Iliceto, Salsola, Gaudiano, Melfi Storia testuale Originale/copia/autografo/olografo/chirografo: originale Edizioni: Araneo (da una copia) Bibliografia: Mercati 1947

Metodologie

paleografia scritture (capitale, onciale, beneventana, irlandese, curialesca, carolina, gotica, mercantesca, cancelleresca...) elementi formali (modulo, tratto, ductus, legatura, nesso) abbreviature (contrazione, troncamento, nomina sacra) compendi (titulus, per, pre, pro, qui, que, ver, et, cum...) diplomatica protocollo (invocazione, intitolazione, iscrizione, saluto) testo (arenga, narraz., disposizione, sanzione, corroboraz.) escatocollo (sottoscrizioni, datazione, sigillo o bolla) datazione (indizione, stili: incarnazione, natività, pasqua) ars dictaminis (inventio, dispositio, elocutio, [mem. e actio])

giovedì 3 maggio 2012

La scoperta di Sant'Ippolito a Monticchio

Pag. 93 Archivio Storico Pugliese 1966 Intero

Melfi normanna

http://books.google.it/books?id=C7C4ok8r21EC&lpg=PA180&ots=MSveSTXMMz&dq=diplomata%20melphien&hl=it&pg=PA181#v=onepage&q&f=false

Melfi medievale - DISPENSE

Ughelli - Italia sacra (1717) col. 920

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Il Chronicon Northmannicum

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Alessandro di Telese, Ystoria Rogerii regis Sicilie Calabrie atque Apulie

Altri in Edizione Del Re(1845)

cronache locali

Erchemperto, Historia Langobardorum Beneventanorum

Chronicon Amalphitanum,

Chronicon Cassinese, di Leone Marsicano (sive Ostiense)

[Araneo p. 57 n. 1]

Chronicon di Romualdo Salernitano [p. 249])

Chronicon venusinum